Nasce la pagina IL LUNGO e diamo il benvenuto a Stefano Davidson

09.02.2013 08:49

 

E' con grandissimo piacere che diamo il benvenuto a Stefano Davidson che da oggi f parte del nostro team.
Ritengo doveroso quindi presentarlo a chi ancora non lo dovesse conoscere:
 
“Dipingo quando non ho più parole, scrivo quando non mi bastano i colori.”
 
Stefano Davidson
Nato a Genova il 29 Maggio 1962. 
Pittore, scrittore e giornalista 
Vive e lavora a Roma.
Fondatore nel 2008 del movimento artistico NON la cui Prima Esposizione Mondiale si è tenuta a Roma il 24 Aprile 2009 presso le Sale d’Arte Contemporanea del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali con il Patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Comune di Roma ed Introduzione al catalogo del Sovrintendente al polo Mussale della Città di Roma Prof. Claudio Strinati.
Giornalista regolarmente iscritto all’Ordine dal Settembre 2001, ha sempre svolto la sua attività in maniera indipendente. Dopo diverse esperienze su quotidiani constatando l’assoluta mancanza di libertà d’espressione e i tagli al suo operato, ha deciso di lasciare l’editoria tradizionale. Da allora scrive solo ed esclusivamente sul web.
Come scrittore ha pubblicato
Pochi attimi (Edizioni Gemini – Verona -1984); “Iraccontinutili” (Gianni Monduzzi Editore - Bologna – 1998); Moto perpetuo in chiave di sol ( La Voce Editore - Rimini -1999); Armonicum - il violino di Dio - ( Raffaelli Editore - Rimini -2000) ; Inchiostro d’assenzio (Raffaelli Editore - Rimini – 2001); Si salvi chi vuole! - (Raffaelli Editore - Rimini – 2006); La cognizione del colore - (Raffaelli Editore - Rimini – 2007); Il ruolo della musica nella formazione dell'identità individuale e sociale ( a cura di M.R.Strollo e R. Capobianco – PENSA multimedia 2009); NON - l’arte dell’assenza o l’assenza dell’arte (MIBAC – Roma - 2009)
 
Per quanto poi riguarda la sua arte, il critico francese yves Lirriverence, così lo descrive:
L'arte di Stefano Davidson pare voler raffigurare un mondo differente da quello reale, quotidiano, nonostante spesso ne utilizzi le forme e non si possa fare a meno di catalogarla tra i “figurativi” più classici. Nei suoi quadri si respirano però atmosfere molteplici e spesso, ci si accosta a quell'istanza profonda che Freud descrisse nel teorizzare l'inconscio. Nell'opera di Davidson quindi non si tratta più di osservare la natura così com'è o di leggervi un mondo a noi familiare, ma di attingere a qualcosa di insolito che allontani lo spirito dal quotidiano, che dia voce alle angosce e, perché no, alle nevrosi, che presti lo sguardo al sogno più profondo. 
In sintesi, per dirla con J.K. Huysmans:
“Aveva voluto, per il diletto dello spirito e la gioia degli occhi, qualche opera suggestiva che lo precipitasse in un mondo ignoto, che gli svelasse le tracce di nuove congetture, che gli lacerasse il sistema nervoso con erudite isterie, con incubi complicati, con visioni indolenti e atroci.”
Benvenuto dunque, Stefano...
Siamo certi che i nostri lettori sapranno apprezzare i tuoi scritti e speriamo che, in un momento certo non favorevole all'arte ed alle attività intellettuali, questa pagina possa anche fare apprezzare la tua arte, trovando anche qui quegli estimatori che l'apprezzino come merita.
Mauro Munari