TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA E PRESIDENTI VENDITORI DI FUMO di Letizia LEONARDI

23.03.2013 14:52

 

In questi ultimi tempi si teorizza sempre più spesso che la soluzione dei problemi di questo Paese sia il taglio dei costi della politica. Italiani: popolo che abbocca a tutto…tanto che è bastato l’annuncio dei due presidenti delle camere che, con i loro sorrisi da farisei, hanno esordito con il taglio del 30% del loro stipendio, per creare 2 nuovi eroi.
Occorre tenere presente che il compenso totale mensile dei parlamentari ammonterebbe a 11.283 euro ma ciò che spetta a Grasso e Boldrini è superiore. Se la sbandierata riduzione del 30% riguarda solo l’indennità, come pare che sia, sarebbe una rinuncia a 1.500 euro circa…ben poca cosa per risollevare le sorti dell’Italia e per fare di loro degli eroi nazionali.
Tengo a precisare che sono d’accordo su un sostanzioso taglio dei compensi di tutti i politici ma sono convinta che il problema del costo della politica abbia radici ben più dispendiose. Penso infatti che la riduzione dello stipendio fine a se stessa non porti alcun reale beneficio alle casse dello Stato se si pensa che questi “signori” con pochi anni di mandato hanno diritto a una liquidazione di tutto rispetto, che al compimento del 60° anno di età scatta un lauto vitalizio reversibile a coniuge e figli nonostante mantengano (chi lo ha) il lavoro svolto precedentemente al loro mandato parlamentare. Detto questo proviamo ad immaginare quanto si risparmierebbe se i parlamentari e tutta la loro corte percepissero “soltanto” il loro stipendio senza premi e privilegi vari e se alla fine delle loro azioni istituzionali non avessero né liquidazioni megagalattiche , né vitalizi ma tornassero alla loro occupazione fino a maturare la pensione come ogni onesto cittadino.
La lotta al costo eccessivo della politica oggi passa anche attraverso l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Considerata così in prima battuta, sembrerebbe una lotta sacrosanta ma, se ci fermiamo un attimo a riflettere ci accorgeremmo di quanto sia strumentale e pericolosa la radicalizzazione di questo concetto. Partendo dal fatto che i partiti sono l’unico vero baluardo della democrazia, togliendo a tutti il finanziamento pubblico ci troveremmo di fronte a partiti, movimenti o associazioni guidate, schiave o al servizio dei potenti di turno.
La crisi oltre alla vista spesso annebbia anche il cervello. Oggi ci troviamo in parlamento movimenti o partiti che hanno fatto costosissime campagne elettorali (perché tutte le campagne elettorali sono costose) e nessuno si sente obbligato a presentare un resoconto al popolo italiano.
A questo punto la domanda sorge spontanea: “Tutto questo serve a tenere nascosto il vero finanziamento, ad esempio del Movimento 5 Stelle, secondo partito in termini di voti?”.
Perché invece di tuonare tutto contro tutti non si cominciano a fare proposte serie,credibili e realizzabili?
Si potrebbe cominciare col togliere disponibilità economiche ai gruppi parlamentari, regionali, provinciali ecc…che abbiamo visto essere forse la più grande fonte di latrocini e scandali vari.
Si potrebbe proporre un tetto massimo di rimborso elettorale a tutti i partiti, presenti e non in parlamento, che hanno sostenuto spese per la campagna elettorale dettagliatamente documentate (con fatture e non “pezze giustificative” senza alcun valore) e presentate entro 60 giorni per il controllo da parte di una commissione della guardia di finanza.
Il tetto massimo di rimborsi, uguale per tutti servirebbe a non penalizzare o “oscurare” i piccoli partiti o movimenti sol perché non hanno disponibilità economiche. Ma ciò non servirebbe solo ad assicurare uguale visibilità a tutte le forze politiche ma anche a garantire la vera “vocazione” del politico. Non girando infatti questa enormità di risorse chi deciderà di ricoprire un ruolo istituzionale lo farebbe soprattutto per portare avanti dei veri ideali.
Il risparmio, quello vero quindi, se si vuole si può fare senza fomentare odio verso la politica ma per fare ciò ogni partito o movimento che sia presente in parlamento deve prendersi le proprie responsabilità. Tutto ciò è possibile ottenerlo non con inutili proclami ad effetto ma solo ed esclusivamente con una legge. Legge che può scaturire con una proposta del governo.
In conclusione se si vogliono davvero tagliare i costi della politica i signori del Movimento 5 Stelle, che sono il vero ago della bilancia, se davvero tengono a quel cambiamento che hanno promesso in campagna elettorale, comincino ad essere produttivi e a non nascondersi dietro ad una presunta coerenza che alla fine sfocerebbe nell’esatto contrario delle volontà di coloro che li hanno votati.
Letizia Leonardi