Elegia del cosacco di Tolstoj
Olenin (in pratica Tostoj), decide di lasciare Mosca; parte, dunque, per il Caucaso, dove vive in caserma come allievo ufficiale.
Cambia dunque la sua vita essendo a contatto con i cosacchi, insediati in una vallata, vicino al fiume Terek,
Olenin deve abituarsi per forza a quell' ambiente selvaggio, al punto che, la sua filosofia di vita, cambia completamente.
Si sente attratto dalla natura; riconosce la sublimazione spirituale e, per mezzo di essa, cerca di assimilare i caratteri del cacciatore Eroška e del giovane Lukaska, che si dimostrano semplici ma, nel contempo, forti e fieri.
Si innamora e chiede la mano - dopo l'assassinio di Lukaska,ucciso da un abrek, di Marjanka, che, sdegnosamente, lo rifiuta! Decide allora di lasciare il Caucaso comprendendendo che, la sua vita, è inscindibilmente legata alla Russia e se ne torna a Mosca......
Questa, in sintesi,la trama del racconto "I cosacchi", di Lev Tolstoj, che, come tutti i grandi della letteratura,lasciano sempre qualcosa di grande nel cuore e nella mente, di chi li legge.
Qui, Tolstoj, accarezza in maniera plateale il suo sogno panteista, che tenta di placare con il rapporto con madre natura la sua coscienza tormentata.
Di certo il mondo cosacco lasciò in lui un segno indelebile e capì che la sua natura non poteva essere cambiata......
A chi si chiede perchè,e anche a chi non se lo chiede, mi sento di dovere una risposta sul perchè abbia fatto questo sunto, che magari farà ribrezzo ai colti letterati (non me ne vogliate, io sono autodidatta) : per il semplice fatto che volevo mettere in chiaro che, quando una persona è caratterialmente marcata, lo è per tutta la vita....e non ci sono Dei o Santi che lo possano far cambiare.
Un esempio classico è quello dell'italiano medio - o meglio dell'elettore medio - che perde un sacco di tempo a gridare e a protestare e a dire che questo è così e questo è cosà.... e che bisogna cambiare in maniera repentina il tutto...salvo, poi, trovarsi dopo le elezioni in una situazione ancora peggiore (....ed il che è una bella impresa) di quella in cui ci trovavamo prima.
Il guaio di questa Nazione - che amo con tutto me stesso - è che l'orecchio non è sufficientemente allenato ad ascoltare le parole che gli oratori ed i comici non dicono e l'occchio non lo è per riuscire a leggere tra le righe quello che non è scritto ma è dichiarato.
Oltre a questo, non ci preoccupiamo minimamente di andare a curiosare sul fatto del "come mai" uno scrittore sia tanto riconosciuto nel mondo....e ce ne abbiamo anche noi, lo sò...ma ho volutamente "pescato" Tolstoj in quanto neutro e non collocabile, come stupidamente siamo abituati a fare, a destra o a sinistra o al centro che sono - a mio avviso - dei luoghi comuni, per farci ancora più male di quello che già ci stanno e ci stiamo facendo, in quanto, come teorizzato nel pezzo ilcorto.webnode.it/news/grecia-e-altro-e-la-teoria-del-poveraccio/ è più che evidente l'indifferenza assoluta di "chi si schiera con chi".
Siamo rei di non voler imparare la storia e di credere sempre a chi ci racconta quelle migliori. ..........
Peccato che poi restino storie...e con le storie non si risolvano i problemi ma se ne creino di nuovi, sempre più difficili, che ci corrono inesorabilmente dietro chiedendo il conto ai nostri sogni!!
Mauro Munari